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Simposio
Psoriasi: i farmaci biologici

Progetto Psocare e impiego di adalimumab nella terapia della psoriasi
G. Girolomoni
Clinica Dermatologica, Università di Verona


 

Psocare è un programma di ricerca sulla psoriasi promosso dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e condotto in collaborazione con le società scientifiche dermatologiche SIDeMaST e ADOI, con le associazioni dei pazienti (ADIPSO) e coordinato per la parte tecnica dal Centro Studi GISED. PSOCARE è un studio osservazionale di farmacovigilanza che si pone i seguenti obiettivi: (a) Una valutazione dei profili di cura della psoriasi e l’identificazione dei fattori che determinano la decisione circa il trattamento sistemico nella psoriasi; (b) La descrizione degli esiti a lungo termine del trattamento sistemico, la “survavibility” del trattamento; (c) il profilo di sicurezza ed il confronto della resa di strategie assistenziali differenti; (d) Lo studio dei fattori prognostici per la risposta al trattamento nella psoriasi e la valutazione dell’impatto di decisioni nelle popolazioni escluse dagli studi clinici (pazienti con patologie multiple, bambini, soggetti anziani, donne in gravidanza); (e) La valutazione della trasferibilità/praticabilità dei risultati della ricerca e delle linee-guida esistenti. I centri ospedalieri italiani attualmente coinvolti nel progetto Psocare sono 151 di cui 146 attivi.

L’approccio al paziente con psoriasi deve tener conto di una serie di fattori quali la gravità della malattia cutanea, della co-esistenza di artrite psoriasica o di altre patologie sistemiche, dei risultati di precedenti terapie, dell’impatto della malattia sulla qualità di vita del paziente, dell’attività lavorativa del paziente, e delle specifiche aspettative del paziente. La severità della psoriasi viene generalmente calcolata mediante un indice (indice PASI) che tiene conto dell’estensione delle lesioni, dell’intensità dell’eritema e dello spessore delle lesioni. Tuttavia, il parametro più rilevante è l’entità della superficie corporea occupata da lesioni (body surface area, BSA). Basandosi su questi criteri la malattia è definita lieve-moderata quando interessa <10% della BSA o l’indice PASI <10 ed è controllabile in maniera adeguata con terapie topiche; moderata quando BSA >10% e PASI >10, e le terapie topiche possono controllare la malattia; moderata-severa quando BSA >10% e PASI compreso tra 10 e 20, e le terapie topiche non sono sufficienti; severa quando BSA >20% e PASI >20 e c’è necessità di terapie sistemiche. Vi sono varie terapie sistemiche (methotrexate, acitretina, ciclopsorina) a disposizione per il trattamento della psoriasi che tuttavia possono arrecare effetti collaterali gravi (tossicità d’organo) nel medio o lungo periodo, e spesso si associano a importanti interazioni farmacologiche con farmaci di uso comune. Grazie alla migliore conoscenza della patogenesi, la terapia della psoriasi si è arricchita di terapie che bloccano selettivamente a (infliximab, etanercept, adalimumab) o interferiscono con le funzioni dei linfociti T di memoria (alefacept, efalizumab). Questi farmaci sono indicati nei pazienti con psoriasi moderata–grave quando i farmaci tradizionali sono controindicati, inefficaci o hanno già dato effetti collaterali rilevanti. Nel loro insieme i farmaci biologici rappresentano uno strumento estremamente importante per una migliore gestione dei pazienti con psoriasi moderata-severa o severa, e arricchiscono le possibilità terapeutiche a disposizione per una terapia mirata alle diverse esigenze/aspettative dei pazienti.

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