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Archivio NEWS

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18/03/2009 N° viste: 6357

Raptiva: la Caporetto dei farmaci biologici per la psoriasi?

19 febbraio 2009: L'Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) sospende l'autorizzazione alla commercializzazione di Raptiva (efalizumab), un farmaco biologico, utilizzato per il trattamento della psoriasi. Il Comitato per i Prodotti Medicinali per Uso Umano (CHMP) sottolinea che allo stato attuale delle conoscenze i benefici modesti sul miglioramento della malattia non giustificano i rischi: la morte per leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML).

Dapprima, nell'ottobre 2003 la Food and Drug Administration (FDA) e poi l'anno successivo (settembre 2004) l'EMEA hanno autorizzato la commercializzazione di Raptiva (efalizumab) per il trattamento della psoriasi artropatica e della psoriasi moderata e severa con esclusivo interessamento cutaneo nei pazienti di età superiore ai 18 anni. La sperimentazione era stata condotta su 2764 pazienti, 2400 erano stati trattati per 3 mesi, 904 per 6 mesi e solo 218 per periodo uguale o superiore all'anno.

Gli studi preliminari dimostravano la modulazione selettiva del principio attivo efalizumab sulla funzione dei linfociti T, cellule attive nella patogenesi della malattia. I lavori scientifici riportavano il termine iporisposta dei linfociti T ad indicare una momentanea attenuazione della loro funzione, in pratica determina una vera e propria immunosoppressione. Il farmaco blocca la funzionalità di tali cellule. Un paziente quindi si sarebbe ritrovato con la pelle liscia ma con i linfciti T spompati, incapaci di difendere l'individuo dall'attacco di possibili infezioni.

I miglioramenti clinici della psoriasi hanno socchiuso la porta anche al trattamento di altre patologie in cui i Linfociti T partecipano attivamente inducendo, mantenendo o peggiorando la malattia: lichen planus erosivo del cavo orale, eczema atopico ed alopecia areata.

Dall'ottobre del 2003, si ipotizza che i pazienti sottoposti a trattamento con Raptiva sono stati 47.000/anno di cui 15.000/anno solo in Europa. Il farmaco è stato utilizzato anche in Italia e il resoconto 2008 del progetto Psocare riporta le percentuali di prescrizione di efalizumab suddivisi per regione. I numeri sono giustificati dall'entusiasmo degli operatori sanitari che finalmente potevano disporre di un nuovo trattamento per la psoriasi e dalla richiesta ad eseguire la terapia da parte di quei pazienti che si riconoscevano nello slogan «I am happier than ever my skin», presente in homepage sul sito ufficiale del farmaco.

Molte malattie dermatologiche, psoriasi compresa, sono croniche e richiedono trattamenti terapeutici per lungo periodo e sebbene non ci fossero evidenze sperimentali sulla sicurezza, Raptiva è stato somministrato ad alcuni pazienti continuativamente per più di tre anni. Già nel 2005 ci furono le prime segnalazioni sugli effetti collaterali dovuti alla somministrazione del farmaco ma solo quando in alcuni dei soggetti trattati l'iporeattività dei linfociti T è diventata una vera è propria immunodeficienza, ovvero una compromissione delle funzioni del Sistema Immunitario, si sono verificati i rischi più gravi.

3 persone sono decedute per aver sviluppato una rara malattia virale, dovuta al virus JC, presente nell'organismo dell'80% degli adulti sani dove normalmente dorme sotto il vigile controllo del Sistema Immunitario competente. Una malattia per la quale non esiste alcuna terapia, nota con il nome di leucoencefalopatia mulifocale progressiva (PML), responsabile di un irreversibile declino delle funzioni neurologiche. I casi di PML sembra che in tutto siano stati 4, dei quali 3 confermati e 1 sospetto. Di questi, sono deceduti due dei tre casi accertati e quello sospetto prima ancora che fossero eseguite le indagini diagnostiche di conferma.

Altri 3 casi di PML erano stati già segnalati nei soggetti affetti da sclerosi multipla e trattati dai neurologi con natalizumab (Tysabri), un farmaco funzionalmente similare anche se non identico ad efalizumab (Raptiva).

L'elenco delle malattie dovute alla somministrazione di Raptiva include anche: sindrome di Guillain Barré, la sindrome di Mille Fischer (una variante della patologia precedente), l'encefalite, la meningite, la setticemia e le infezioni opportuniste (le infezioni che frequentemente si manifestano negli immunodepressi).

«Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? Ci curiamo o ci uccidiamo con i farmaci killer?» E' questa la paura dei pazienti che animano le discussioni dei forum, dei social network e dei blog.

Quanto è successo ci deve insegnare e sottolineare alcuni concetti fondamentali:

  • il progresso e la ricerca sono elementi indiscutibili per poter comprendere i fini meccanismi molecolari, l'orchestra stonata responsabile di una malattia ma la terapia target, che selettivamente blocca o inattiva un solo e determinato meccanismo non necessariamente rappresenta la panacea.
  • la ricerca focalizzata alla scoperta dell'infinitamente piccolo e la terapia che ne deriva non possono perdere e trascurare la visione d'insieme della malattia e dell'ammalato.
  • il paziente deve essere informato se il farmaco che sta assumendo è soggetto a monitoraggio intensivo, ovvero anche se autorizzato bisogna monitorarne gli eventuali effetti collaterali. Periodicamente l'EMEA aggiorna la lista dei farmaci da sottoporre a monitoraggio e Raptiva era incluso in questa lista. Gli eventi avversi devono essere riportati su una specifica scheda, compilata dal medico oppure dal paziente, e inviata al responsabile di farmacovigilanza di zona.

La nobile missione del medico, in questo caso del dermatologo, è la gestione della salute, un percorso che parte dalla ricerca, si affianca alla prevenzione, si coniuga con la cura della malattia e se necessario si completa con l'assistenza domiciliare. Il percorso della salute è possibile realizzarlo solo se alla base di tutto è presente l'etica, il sole di mezzogiorno che dipana tutte le ombre che si allungano sulla salute perché ritenuta il business del presente e del futuro.


Fonte: Alessandro Martella - www.myskin.it


 

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