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WORKSHOP: Dermoscopia

Il nero
G.L. Giovene, Perugia


 

Se per colore si intende una “percezione sensoriale dovuta a radiazioni elettromagnetiche in grado di stimolare la retina dell’occhio”,  in realtà il nero non è definibile come colore, poiché la sua percezione è una percezione al negativo, ossia un’ assenza di luce e, di conseguenza, di colore.
Ogni colore che il nostro occhio percepisce è infatti dovuto a differenti fenomeni di riflessione/rifrazione della luce visibile incidente sulle varie componenti strutturali che costituiscono l’oggetto. Quando il nostro occhio percepisce il colore nero, vuol dire invece che la luce incidente su quella determinata struttura ne è stata completamente assorbita, e nessuna radiazione luminosa ne viene riflessa.
In dermoscopia il nero rappresenta la massima espressione dell’assorbimento da parte di un cromoforo (generalmente biologico, come appunto la melanina, ma anche inorganico, quale ad es.  l’inchiostro di un tatuaggio).
La semeiotica dermoscopica offre svariati criteri che nelle nouances più scure e prossime al nero trovano un significato maggiormente evocativo di atipia o di malignità.
Si pensi ad. esempio ad una rete pigmentaria nera e prominente e/o a punti neri grossolani ed irregolarmente distribuiti nel suo ambito, oppure ad un blotch nerastro eccentricamente comparso nell’ambito di una lesione melanocitaria.
Nero, quindi, inteso come “criterio cromatico dermoscopico”, e nero inteso come segnale negativo (clinicamente e prognosticamente) colto in una lesione melanocitaria “sospetta”.

Mercoledì 20

Giovedì 21

Venerdì 22

Sabato 23

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