News on Alopecia Areata La diagnosi dell’alopecia areata
L’alopecia areata rappresenta una delle forme più comuni di alopecia non cicatriziale, con una incidenza variabile dal 2 al 2,5% della patologia dermatologica. Clinicamente si caratterizza per la comparsa, per lo più improvvisa, di chiazze alopeciche di varie dimensioni che possono interessare non solo il cuoio capelluto, ma anche le ciglia, le sopracciglia e qualunque altro distretto corporeo provvisto di peli. Le conseguenze psicologiche di tale patologia possono essere rilevanti, influenzando negativamente lo stato di salute generale del paziente, con ripercussioni sulla attività sociale, affettiva e lavorativa. Numerosi dati clinici, istologici, immunoistochimici e sperimentali inducono a considerare l’alopecia areata una patologia immunomediata, con un ruolo predominante svolto dai linfociti T. Tali cellule sarebbero in grado di mediare una aggressione diretta contro il follicolo pilifero in fase anagen, anche grazie all’azione di numerose citochine, incluso il Fattore di Necrosi Tumorale alfa (TNF-a). In questi ultimi anni vari studi hanno dimostrato come il TNF-asia in grado di inibire la crescita dei cheratinociti, inducendo alterazioni morfologiche e apoptosi delle cellule della matrice a livello del follicolo pilifero, con conseguente formazione di anagen distrofici (caratteristici dell’alopecia areata). Il TNF-a riveste inoltre un ruolo importante nella fisiologia del ciclo del capello. Alla luce di queste considerazioni, sul sangue periferico di soggetti affetti da alopecia areata di vario grado, sono state dosate le seguenti citochine: IL6, IL12, TNFa Inoltre viene proposto un protocollo di analisi bio –umorali per lo studio di concomitanti patologie immunologiche. Gli Autori riportano la loro esperienza personale | ||
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