barra1

Corso Porfirie e malattie rare

Esami di laboratorio per la diagnosi di emocromatosi ereditaria, alcaptonuria e per i diversi tipi di Porfiria: alcune dimostrazioni pratiche
F. Sorge, G. Biolcati, L. Barbieri
Centro per le Porfirie-Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS Roma


 

Il sospetto di Emocromatosi Ereditaria in un paziente con sideremia , ferritina elevate e con una percentuale di saturazione della transferrina superiore al 45% viene confermato mediante il test genetico.

Da un prelievo di sangue con aggiunta di EDTA si estrae il DNA e si procede all’identificazione delle eventuali mutazioni dei geni HFE, TFR2 e FPN1 con una PCR e con la rilevazione su striscia dopo reazione di ibridazione inversa. In caso di positività è utile continuare indagando in senso verticale i parenti.

Il sospetto di Alcaptonuria (AKU) viene rapidamente confermato aggiungendo ad un campione di urina una piccola quantità di idrossido di sodio; dopo alcuni minuti si assiste al caratteristico viraggio di colore verso il nero. Dopo questo primo test si procede allo studio delle mutazioni del gene AKU.

Per una maggiore conoscenza dell’ereditarietà è utile eseguire il test genetico nei parenti.

Il sospetto dei diversi tipi di Porfiria viene risolto da indagini di laboratorio specifiche, eseguite nei diversi materiali biologici – urine, sangue e feci - non ci sono metodiche attendibili che siano di uso comune e tanto meno commerciali. Gli esami di laboratorio possono essere suddivisi in tre livelli, in base alle difficoltà di esecuzione, all’organizzazione del laboratorio, alla possibilità di fare diagnosi. Il primo livello di analisi deve comprendere la determinazione qualitativa e quantitativa delle porfirine nei diversi materiali biologici e dei precursori delle porfirine nelle urine. Il livello successivo comprende la determinazione dell’attività enzimatica che consente di individuare i portatori asintomatici della malattia oltre che caratterizzare meglio la malattia stessa. Queste metodiche sono alla portata di pochi laboratori, costose e non in commercio. Inoltre per alcuni enzimi esistono difficoltà tecniche che rendono lo studio della loro attività poco attendibile.

Il terzo livello include l’analisi molecolare che consente di individuare la mutazione del gene.

Nelle porfirie acute il primo esame che viene richiesto al laboratorio è la determinazione qualitativa del Porfobilinogeno, questo esame, rapido e poco costoso, ci consente di distinguere tra le porfirie acute e le non acute. In caso di positività la gravità della malattia sarà valutata, oltre che con il quadro clinico dal dosaggio quantitativo nelle urine delle porfirine totali e soprattutto dell’acido delta aminolevulinico e del porfobilinogeno. Per un inquadramento nosologico più preciso si ricorrerà al Plasma fluoresence scanning test ed eventualmente alla ricerca delle copro e delle proto nelle feci.

Nelle Porfirie non acute la richiesta che perviene al laboratorio, da parte del dermatologo, è orientata dal quadro clinico. Nella Protoporfiria Eritropoietica il Plasma fluoresence scanning test è dirimente. Nella Porfiria Cutanea Tarda il dosaggio delle porfirine totali urinarie insieme al Plasma fluoresence scanning test ci consentono di distinguerla chiaramente dalla Porfiria variegata, e dalla Coproporfiria Ereditaria, infine la cromatografia delle porfirine urinarie sarà definitiva per una corretta diagnosi. Nella Porfiria Eritropoietica Congenita e nella Porfiria epatoeritrocitaria il laboratorio si rivelerà di nuovo fondamentale, però sono necessarie oltre al dosaggio delle porfirine totai urinarie anche il Plasma fluoresence scanning test, il dosaggio delle copro e delle proto nelle feci e nelle emazia insieme allo studio degli isomeri I° e III° dell’Uroporfirina.

Martedì 16

Mercoledì 17

Giovedì 18

Venerdì 19

Sabato 20

Poster

 

SALA PLENARIA

 

SALA PLENARIA

 

SALA PLENARIA

 

SALA A

 

SALA B

 

SALA C

 

SALA PLENARIA

 

SALA A

 

SALA B

 

SALA PLENARIA

 

POSTER