CORSO: EMERGENZE IN DERMO-ALLERGOLOGIA Diagnosi e terapia delle orticarie
La diagnosi di orticaria è solitamente semplice in quanto sono gli elementi morfologici a definire il quadro clinico. Un’accurata indagine anamnestica è indispensabile al fine di individuare il possibile agente eziologico scatenante (farmaci, alimenti agenti fisici). Nell’orticaria sospetta da farmaci, i test più attendibili sono le prove di somministrazione orale mentre le prove allergologiche cutanee sono utili solo per pochi farmaci tra i quali la penicillina, e solo raramente, l’insulina e i miorilassanti. Il sospetto diagnostico di un’orticaria da alimenti è confermato dai risultati del prick test e del prick by prick e dalla ricerca delle IgE sieriche. Nelle orticarie fisiche è necessario utilizzare test che riproducano le stimolazioni adatte ad evocare la specifica risposta orticarioide. La terapia dell’orticaria si avvale, in primo luogo, dell’eliminazione dei fattori eziologici e in secondo luogo di farmaci in grado di ridurre il rilascio di mediatori da parte dei mastociti. Gli antistaminici che svolgono un ruolo centrale nella terapia dell’orticaria si distinguono in antistaminici di prima generazione e di seconda generazione. Quelli di seconda generazione, oltre ad essere privi di effetti sul sistema nervoso centrale e di effetti anticolinergici e cardiotossici, posseggono inoltre attività antinfiammatorie aggiuntive. Nelle forme di orticaria cronica, non responsive ad una monoterapia antistaminica, antistaminici di prima e seconda generazione possono essere associati anche per lunghi periodi. Nei casi di inefficacia del trattamento antistaminico, possono essere presi in considerazione i corticosteroidi per via generale per periodi brevi. Nei pazienti affetti da orticaria cronica autoimmune è stata valutata la possibilità di impiegare la ciclosporina, le immunoglobuline per via endovenosa e la plasmaferesi. | ||
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