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L'interpretazione degli esami di laboratorio

Il laboratorio delle dermatofitosi
C. Gianni*, C. M. Ossi**

*Dermatologia – IRCCS Istituto Scientifico San Raffaele - Milano

**Laboratorio di Microbiologia – Diagnostica e Ricerca San Raffaele - Milano


 

 

 

Anche il clinico più esperto talvolta è nel dubbio tra una pitiriasi rosea, un eczema nummulare o una tinea corporis, tra un’onicopatia psoriasica, traumatica od un’onicomicosi, ecc. In questi casi può essere utile un test micologico completo per porre una corretta diagnosi o semplicemente per escludere una patologia infettiva. Ciò può evitare al paziente lunghe ed inutili terapie sistemiche, non sempre prive di effetti collaterali. In altri casi condizioni preesistenti possono favorire la sovrapposizione di un’infezione micotica, cosicchè si pone la necessità di trattare dapprima la micosi per smascherare la patologia sottostante.

I risultati di laboratorio di un test micologico possono però talvolta risultare di difficile o dubbia interpretazione. Innanzitutto, per una corretta lettura, il clinico deve essere certo che il prelievo sia stato eseguito correttamente. Molto spesso un campione prelevato nel punto sbagliato, l’utilizzo di trattamenti antimicotici concomitanti, la mancanza di detersione in sede di prelievo, ecc sono la causa di falsi negativi o falsi positivi (crescita di muffe talvolta patogene). La crescita in coltura di una muffa, senza che venga eseguito contemporaneamente l’esame microscopico diretto, come spesso succede in molti laboratori di microbiologia, può porre difficoltà diagnostiche quando la clinica è suggestiva. In questi casi è utile eseguire almeno altre due colture in tempi diversi che confermino il primo dato o addiriturra talvolta provvedere all’esame istologico per evidenziare il micete responsabile prima di interpretare la crescita di quella muffa come un normale contaminante di nessun significato patogeno. Può accadere invece che la coltura risulti negativa anche se l’infezione micotica è presente (20-40% dei casi) e ciò può verificarsi per errori nel trasporto del campione, per semina erronea dei frammenti prelevati, per terreni non adeguatamente conservati, ecc. Anche in questo caso l’esame microscopico diretto o, se necessario, l’esame istologico, sono indispensabili. In rari casi, sia l’esame microscopico diretto che colturale risultano negativi, ma la clinica suggerisce comunque un’infezione micotica. Può accadere ad esempio qualora vi sia una contemporanea sovrinfezione batterica oppure se, per motivi diversi, i precedenti test non siano stati eseguiti correttamente. E’ questo il caso in cui il solo esame istologico, con opportune colorazioni specifiche, è in grado di aiutare la diagnosi. Infine rimane comunque l’ipotesi remota che tutti i test risultino negativi, ma che il quadro clinico ed i tentativi terapeutici continuino a suggerire una micosi superficiale. In questo caso ci possono aiutare come sempre solo il buon senso e l’esperienza.

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Mercoledì 17

Giovedì 18

Venerdì 19

Sabato 20

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