BELLEZZA: RITOCCO FINISCE IN TRIBUNALE, +50% IN 2 ANNI CAUSE IN ITALIA
L'Italia invecchia, la corsa al ritocco accelera e aumentano i 'narcisi' insoddisfatti che trascinano il
chirurgo in tribunale.
"Negli ultimi due anni il contenzioso medico-legale in campo estetico è cresciuto nel nostro Paese del 50%".
Parola di Paolo Silvestris, presidente della Società italiana di dermatologia estetica e correttiva (Sidec) e
responsabile del Gidec (Gruppo italiano di dermatologia estetica e correttiva dell'Aida-Associazione italiana
dermatologi ambulatoriali).
Tra i firmatari del 'Position Statement sulla tossina botulinica di tipo A' - una sorta di 'manifesto'
italiano sulla sicurezza della gettonatissima iniezione antirughe, lanciato oggi a Milano - lo specialista
non nega la propria preoccupazione. Le procedure estetiche che più spesso finiscono 'alla sbarra', oggetto
del contenzioso tra medico e paziente, "sono soprattutto l'iniezione di filler (permanenti, semi-permanenti
e riassorbibili) - spiega Silvestris - e i peeling" che a prima vista potrebbero apparire fra i trattamenti
di bellezza più innocui.
Il primo problema riguarda la provenienza e la sicurezza del prodotto utilizzato, se si pensa che "in alcuni
casi - avverte Alberto Massirone, presidente della Società di medicina a indirizzo estetico Agorà di Milano
- sono stati addirittura scoperti filler inquinati dallo Pseudomonas aeruginosa", un batterio responsabile
di gravi infezioni.
Il secondo problema riguarda invece "la selezione del paziente da parte del medico", aggiunge Silvestris.
Mani poco 'ferrate', ad esempio, potrebbero utilizzare i "peeling su fototipi di pelle troppo scuri,
col rischio di macchie". Tra medico e paziente, invece, sembra esserci pace in tema di botulino.
"L'entità dei contenziosi è irrisoria". Gli esperti mettono tuttavia in guarda da "alcuni botulini
alternativi 'made in China'". Conferma la necessità di fare attenzione alla provenienza del 'botox'
anche Nicolò Scuderi, presidente del Collegio del professori di chirurgia plastica e coordinatore
del manifesto italiano sulla tossina terapeutica e di bellezza. Lo specialista cita una storia
non italiana e comunque a lieto fine: "E' capitato che siano state utilizzate tossine non dosate, ed era
botulino cinese - riferisce - col risultato di bombardare i pazienti con quantità di sostanza attiva
'da guerra chimica'". I protagonisti dell'incidente "non hanno però riportato strascichi.
E questa è un buona notizia che conferma l'assoluta reversibilità dei possibili eventi indesiderati
da botulino", puntualizza Scuderi.
Come difendersi, dunque? "La prima regola d'oro - insegna Emanuele Bartoletti, uno dei vertici
della Società italiana di medicina estetica (Sime) - è quella di controllare la qualifica del medico
al quale ci si rivolge", magari facendosi venire qualche dubbio se il presunto esperto non ha
una targa fuori dallo studio. Secondo, è importante accertarsi che la scatola del prodotto
utilizzato - filler, botulino o simili - venga aperta al momento e mostrata al paziente.
Terzo, "è un assoluto diritto del paziente chiedere al medico un recapito telefonico non solo fisso,
ma anche mobile, così da poterlo consultare per qualsiasi emergenza".
Infine, quarto consiglio, "il paziente deve richiedere - e il medico è tenuto a fornirgliela - una
precisa documentazione che attesti qualunque trattamento eseguito", conclude Bartoletti.
Fonte: Adnkronos Salute
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