19 febbraio 2009: L'Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) sospende
l'autorizzazione alla commercializzazione di Raptiva (efalizumab), un
farmaco biologico, utilizzato per il trattamento della psoriasi.
Il Comitato per i Prodotti Medicinali per Uso Umano (CHMP) sottolinea che allo
stato attuale delle conoscenze i benefici modesti sul miglioramento della
malattia non giustificano i rischi: la morte per leucoencefalopatia
multifocale progressiva (PML).
Dapprima, nell'ottobre 2003 la
Food and Drug Administration (FDA) e poi l'anno successivo
(settembre 2004) l'EMEA hanno autorizzato la commercializzazione di Raptiva
(efalizumab) per il trattamento della psoriasi artropatica e della psoriasi
moderata e severa con esclusivo interessamento cutaneo nei pazienti di età
superiore ai 18 anni. La sperimentazione era stata condotta su 2764 pazienti,
2400 erano stati trattati per 3 mesi, 904 per 6 mesi e solo 218 per periodo
uguale o superiore all'anno.
Gli studi preliminari dimostravano la modulazione selettiva del principio
attivo efalizumab sulla funzione dei linfociti T, cellule attive nella
patogenesi della malattia. I lavori scientifici riportavano il termine iporisposta
dei linfociti T ad indicare una momentanea attenuazione della loro funzione, in
pratica determina una vera e propria immunosoppressione. Il farmaco blocca la
funzionalità di tali cellule. Un paziente quindi si sarebbe ritrovato con la
pelle liscia ma con i linfciti T spompati, incapaci di difendere
l'individuo dall'attacco di possibili infezioni.
I miglioramenti clinici della psoriasi hanno socchiuso la porta anche al
trattamento di altre patologie in cui i Linfociti T partecipano attivamente inducendo,
mantenendo o peggiorando la malattia: lichen planus erosivo del
cavo orale, eczema
atopico ed alopecia
areata.
Dall'ottobre del 2003, si ipotizza che i pazienti sottoposti a trattamento
con Raptiva sono stati 47.000/anno di cui 15.000/anno solo in Europa. Il
farmaco è stato utilizzato anche in Italia e il resoconto
2008 del progetto Psocare riporta le percentuali di prescrizione di
efalizumab suddivisi per regione. I numeri sono giustificati dall'entusiasmo
degli operatori sanitari che finalmente potevano disporre di un nuovo
trattamento per la psoriasi e dalla richiesta ad eseguire la terapia da parte
di quei pazienti che si riconoscevano nello slogan «I am happier than ever my
skin», presente in homepage sul sito
ufficiale del farmaco.
Molte malattie dermatologiche, psoriasi compresa, sono croniche e
richiedono trattamenti terapeutici per lungo periodo e sebbene non ci
fossero evidenze sperimentali sulla sicurezza, Raptiva è stato
somministrato ad alcuni pazienti continuativamente per più di tre anni.
Già nel 2005 ci furono
le prime segnalazioni sugli effetti collaterali dovuti alla somministrazione
del farmaco ma solo quando in alcuni dei soggetti trattati l'iporeattività
dei linfociti T è diventata una vera è propria immunodeficienza, ovvero una
compromissione delle funzioni del Sistema Immunitario, si sono verificati i
rischi più gravi.
3 persone sono decedute per aver sviluppato una rara malattia virale, dovuta
al virus JC, presente
nell'organismo dell'80% degli adulti sani dove normalmente dorme sotto
il vigile controllo del Sistema Immunitario competente. Una malattia per la
quale non esiste alcuna terapia, nota con il nome di leucoencefalopatia
mulifocale progressiva (PML), responsabile di un irreversibile declino delle
funzioni neurologiche. I casi di PML sembra che in tutto siano stati 4, dei
quali 3 confermati e 1 sospetto. Di questi, sono deceduti due dei tre casi
accertati e quello sospetto prima ancora che fossero eseguite le indagini
diagnostiche di conferma.
Altri 3 casi di PML erano stati già segnalati nei soggetti affetti da
sclerosi multipla e trattati dai neurologi con natalizumab
(Tysabri), un farmaco funzionalmente similare anche se non identico ad
efalizumab (Raptiva).
L'elenco delle malattie dovute alla somministrazione di Raptiva include
anche: sindrome
di Guillain Barré, la sindrome di Mille Fischer (una variante della
patologia precedente), l'encefalite,
la meningite, la
setticemia e le infezioni opportuniste (le infezioni che frequentemente si
manifestano negli immunodepressi).
«Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro? Ci curiamo o ci uccidiamo con i
farmaci killer?» E' questa la paura dei pazienti che animano le discussioni dei
forum, dei social network e dei blog.
Quanto è successo ci deve insegnare e sottolineare alcuni concetti
fondamentali:
- il progresso e la ricerca
sono elementi indiscutibili per poter comprendere i fini meccanismi
molecolari, l'orchestra stonata responsabile di una malattia ma la terapia
target, che selettivamente blocca o inattiva un solo e determinato
meccanismo non necessariamente rappresenta la panacea.
- la ricerca focalizzata alla
scoperta dell'infinitamente piccolo e la terapia che ne deriva non possono
perdere e trascurare la visione d'insieme della malattia e dell'ammalato.
- il paziente deve essere
informato se il farmaco che sta assumendo è soggetto a monitoraggio
intensivo, ovvero anche se autorizzato bisogna monitorarne gli
eventuali effetti collaterali. Periodicamente l'EMEA aggiorna la lista dei
farmaci da sottoporre a monitoraggio e Raptiva era incluso in questa
lista. Gli eventi avversi devono essere riportati su una specifica scheda,
compilata dal medico
oppure dal paziente,
e inviata al responsabile di farmacovigilanza di zona.
La nobile missione del medico, in questo caso del dermatologo, è la gestione
della salute, un percorso che parte dalla ricerca, si
affianca alla prevenzione, si coniuga con la cura
della malattia e se necessario si completa con l'assistenza
domiciliare. Il percorso della salute è possibile realizzarlo
solo se alla base di tutto è presente l'etica, il sole di mezzogiorno
che dipana tutte le ombre che si allungano sulla salute perché ritenuta il
business del presente e del futuro.
Fonte: Alessandro Martella
- www.myskin.it